CRITICA SOCIALE
Critica Sociale venne fondata a Milano il 15 gennaio 1891 da Filippo Turati come continuazione di “Cuore e critica” (fondata nel 1886 dal repubblicano Antonio Ghisleri). Diretta da Filippo Turati e Anna Kuliscioff, con sede a Milano in Galleria Portici Vittorio Emanuele 23, tra il 1891 ed il 1898 la rivista fu testimone della presenza politica e dell’autonomia del socialismo italiano. Il 1º gennaio 1893 Critica Sociale, dopo il Congresso di Genova del Partito dei Lavoratori Italiani, cambiò il sottotitolo della testata da Rivista di studi sociali, politici e letterari in Rivista quindicinale del socialismo scientifico.
In occasione dei Moti di Milano del 1898, la rivista venne sequestrata e le pubblicazioni interrotte a causa della condanna e dell’arresto di Filippo Turati e Anna Kuliscioff; le uscite ripresero dopo più di un anno, il 1º luglio 1899.
Nel 1901, in corrispondenza del periodo giolittiano, si aprì una nuova fase per la Critica Sociale, che diventò l’espressione della tendenza riformista all’interno del partito socialista. In occasione della Prima guerra mondiale, Critica Sociale non smise nell’affermare il suo neutralismo né le proprie ragioni riformiste e, allo scoppio della rivoluzione russa nell’ottobre del 1917, contestò la possibilità dell’applicazione del processo rivoluzionario in Italia.
Con l’avvento del fascismo, Critica Sociale, sottoposta a censure e sequestri, difese con coraggio l’ordine democratico travolto dal regime. Nel 1926 viene soppressa: l’ultimo fascicolo, il n. 18-19, riporta la data del 16 settembre – 15 ottobre.
Le pubblicazioni riprenderanno nel 1945 sotto la direzione di Antonio Greppi, primo sindaco di Milano dopo la Liberazione, e Ugo Guido Mondolfo, che la “ereditò” direttamente da Filippo Turati a Parigi. Al primo congresso del PSI dopo la Liberazione (aprile del 1946 a Firenze) Critica Sociale presentò una mozione contro la fusione tra comunisti e socialisti. Da allora la rivista fece sempre riferimento prima a Giuseppe Faravelli e, poi, a Beonio Brocchieri della sinistra del PSDI.
La casa editrice entra in crisi durante gli anni ’70, ma Bettino Craxi, eletto segretario del PSI, volle raccogliere le azioni della casa editrice di Critica Sociale per impedirne la scomparsa. Da allora la rivista sostenne sempre la linea “autonomista” e la direzione di Ugoberto Alfassio Grimaldi le dette un notevole rilancio, caratterizzandola anche con una maggiore apertura verso argomenti culturali. Una nuova interruzione delle pubblicazioni si registrò nel biennio 1992-94, in seguito allo scioglimento del PSI. Dal 2000 le pubblicazioni tornarono ad essere regolarmente mensili e dal 2005 la rivista ha adottato il nuovo sottotitolo Colloqui italo-britannici per sottolineare il sostegno all’esperienza del New Labour di Tony Blair. Nel 2011, in occasione dell’anniversario dei 120 anni dalla sua fondazione, Critica Sociale ha avuto il riconoscimento dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Attuale direttore di Critica Sociale è Ugo Finetti.
